Chi ha aperto i rubinetti dell’ inconscio collettivo? -Mostra con performance di Peter Bartlett-

Imago arriva con un nuovo evento!
La galleria ospiterà le opere di PETER BARTLETT , artista britannico e umbro di adozione. Il 19 Novembre Imago sarà costellata dai mondi immaginifici creati dall’artista che come un regista ci pone di fronte ad un universo perturbante ma con i tratti umoristici da Black comedy.
L’evento sarà accompagnato da una performance collaborata da alcuni allievi del PICCOLO TEATRO DEGLI INSTABILI,  compagnia di cui anche Bartlett fa parte; il teatro, infatti, ha caratterizzato fortemente gli ultimi lavori dell’artista.
Il pubblicato sarà chiamato a partecipare! Sarà un’esperienza divertente e illuminante!

Vi aspettiamo domani a 19 novembre dalle 18 per vivere insieme questo serata piena di arte e di ironia!

Testo critico

“Un sogno non è mai soltanto un sogno” Stanley Kubrick
 Il variegato universo di casine bianche che caratterizza le minuziose installazioni di Peter Bartlett ed i personaggi che popolano le sue pitture,  più che inquietanti ci appaiono perturbanti, perché fluiscono da quel mondo parallelo e profondo che è l’inconscio dell’artista. Ma l’umorismo dissacrante, che è la cifra espressiva dei lavori di Bartlett riesce a trasformare il tutto in un gioco quasi divertente ed enigmatico che si cela nei titoli e nell’ effetto-sorpresa che coglie l’osservatore attento, invitandolo ad una sua partecipazione interpretativa. La narrazione è un mondo al contrario dove ciò che è immorale diventa virtuoso e dove l’artista si fa un po’ beffa di tutto, anche di sé stesso. Con lo spirito di “Pollicino” ci addentriamo nei villaggi di legno e cartone, fatti di casine con i mulini a vento, piccole torrette con scala annessa, carriole che assomigliano a bizzarri carri armati…realizzati con la maestria di un artigiano e la fantasia di un bambino. Ma come in tutte le fiabe l’atmosfera idilliaca e di apparente tranquillità nasconde qualcosa di sinistro ed oscuro e l’orco cattivo potrebbe materializzarsi dietro l’angolo…La sensazione è che questa realtà immaginifica cosi scenografica e teatrale, non appartenga a nessun luogo geografico ma che esista in uno spazio della memoria come modello emotivo che forse possediamo tutti e che le opere di Bartlett portano in superficie. Esse nascono infatti da una pulsione profonda, da una urgenza creativa che va oltre il razionale, in cui ciascuno può ritrovare un senso nascosto che è attraente e familiare, seduttivo ed ambiguo e per questo perturbante. L’iconografia Bartlettiana sembra ispirarsi non solo alla tradizioni favolistica del nord Europa, ma anche alla Horror comedy di molti film contemporanei, dove l’umorismo nero ci coglie impreparati e ci strappa un sorriso tra sussulti e paura. Nel suo linguaggio ci sono riferimenti evidenti alle Sacre scritture, alle vite dei santi, ai grandi pittori del Medioevo e Rinascimento come Giotto, Beato Angelico e Piero, ai grandi classici della letteratura del 900, come Joyce o Pasolini, sicuramente al cinema di Kubrick, ma i valori razionali che rendono la terra “Il migliore dei mondi” franano da ogni parte, e il sacro diventa diabolico. Nelle sue opere pittoriche appaiono esseri deformi con lo sguardo ammiccante, demoni, teschi o animali fiabeschi, angeli che assomigliano a serial killer, intellettuali occhialuti che lanciano sberleffi, il tutto intriso di un umorismo che traveste il tragico di una patina tollerabile ed indolore. Un variegato “bestiario” di figure che sembrano uscire dalla mente di un folle… o di un folletto. Per rendere piu spontanee le sue creazioni l’artista dipinge spesso con la mano sinistra, pur non essendo ambidestro, perché è la mano più incerta, quella che gli permette di giungere all’essenza. Pennellate dai colori forti di matrice espressionista si mescolano a scarabocchi infantili che rappresentano stati mentali e prospettive non conformi al mondo razionale. Un linguaggio originale, unico e riconoscibile in cui esercitare la propria libertà di “trasformare le cose senza nascondere cosa sono….”che è la sua più sincera dichiarazione di poetica.