
Daniele Cestari nasce a Ferrara nel 1983. Si laurea in architettura nel 2009, studia fotografia e pittura come autodidatta e la sua formazione influenzerà in maniera determinante il suo linguaggio artistico. Cestari riscrive la città dal punto di vista di chi la osserva, la vive e ne subisce il fascino, attraverso visioni architettoniche in dissolvimento, quasi liquefatte, filtrate da una lente deformata. L’obbiettivo del fotografo puó disarticolare la prospettiva, dissimulandone la messa a fuoco e l’operazione che sembra fare Cestari è proprio quella di alterare il paesaggio urbano restituendoci immagini che ricordano talvolta le foto emulsionate. Lo fa attraverso pennellate grigie ed accennate,dal sentore quasi impressionista , dove si perdono le identità e permane l’idea di ciò che era o è stato. Sprazzi di colore fluorescente dal giallo all’arancio, irrompono come raggi di luce su sfondi desolati dai toni del grigio, in cui si intuisce il brulicare della presenza umana. Le architetture di Cestari sono radiografie dell’anima della metropoli, dalle quali si sprigiona l’essenza, il principio attivo, ma non il luogo geografico, il suo riflesso tenebroso come metafora gelida e desolata della modernità.
Daniele Cestari ha realizzato mostre personali in Italia e all’estero (Boston, Londra, Amsterdam, Mykonos, Sofia). Nel 2011 viene invitato al Padiglione regionale Emilia Romagna per la 54° Biennale di Venezia, e nel 2014 viene invitato a partecipare alla mostra “Ritratti di Città – Urban Sceneries” a cura di Flaminio Gualdoni a Villa Olmo a Como.
Articolo scritto da
Stefania Marcagnani
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