Un cantiere durato appena due anni. La Basilica di San Francesco è uno di quei capolavori che puo’ essere annoverato anche solo per il fatto di essere un record di costruzione. Iniziata nel 1228 e terminata nel 1230 per accogliere le spoglie del santo serafico, la basilica è un magnifico esempio di come l’ingegno e la volontà umana possano compiere dei veri e propri... miracoli!
Situata sul colle del Paradiso - chiamato così dopo la costruzione, infatti prima era il luogo in cui si eseguivano le pene capitali, il colle dell’Inferno - la Basilica di San Francesco domina incontrastata la valle sottostante, in perfetto accordo cromatico con la
città, essa funge da vero e proprio monito: é una roccaforte della fede cristiana.
DUE CHIESE SOVRAPPOSTE
La basilica è composta da due chiese sovrapposte, la cui architettura ci racconta le fasi costruttive da un lato e le contaminazioni culturali che caratterizzavano l’epoca dall’altro.
Nella chiesa inferiore riscontriamo ancora un romanico umbro di derivazione lombarda: entrando si percepisce come, sotto i suoi gravi archi schiacciati e le volte prone, quest’ambiente sia concepito per la meditazione e il silenzio. Salendo nella chiesa superiore il registro stilistico cambia notevolmente, veniamo accolti da una luce diffusa, da altezze che alludono al divino. Qua il gotico di derivazione francese si esprime al suo meglio.
La Francia era difatti presente ad Assisi per via il commercio delle stoffe - il padre di Francesco ne fù un commerciante e la madre, Donna Pica, era una nobile provenzale - ma, in Umbria, questo stile si adattò al carattere locale e ne riassumè lo spirito umano, la semplicità e la chiarezza eliminando ogni virtuosismo, ogni acutezza, ogni forzatura.
Cominciamo la visita dalla chiesa inferiore.
LA CHIESA INFERIORE
L’interno della basilica inferiore ha una pianta a croce greca che ricorda il tau, simbolo caro a Francesco, con un’unica navata alla quale, alla fine XIII secolo, vengono aggiunte le cappelle laterali.
La navata presenta il più antico ciclo di affreschi della basilica risalente al 1253 circa e attribuito ad un maestro umbro. È di particolare interesse in quanto l’iconografia ci è utile nel tracciare le fasi della vita del santo. Sulla parete destra abbiamo le Storie della passione di Cristo , sulla parete sinistra le Storie della vita di San Francesco.
Percorrendo la navata si giunge al presbiterio, la cui grande volta a crociera è affrescata da Giotto con le Allegorie francescane, mentre le pareti del presbiterio sono ricoperte da una ricca decorazione pittorica, nella quale sono intervenuti i massimi artisti della pittura italiana: Cimabue, Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti.
Le cappelle laterali sono state commissionate nel corso dei secoli successivi, rovinando in parte il ciclo delle Storie sulle Noli me tangere Cappella della Maddalena pareti della navata, ma regalandoci capolavori come quello di Dono Doni, Giotto e Simone Martini.
LA CHIESA SUPERIORE
Linee orizzontali e verticali si trovano in un rapporto equilibrato all’interno della chiesa superiore; non viene negato il peso della costruzione, parete e sistema di sostegno non sono ridotti al minimo.
La decorazione parietale comincia nel 1272 e qui è Cimabue, il miglior maestro presente allora nella piazza italiana, che domina nel presbiterio con la sua drammaticità.
Oggi i colori originali si presentano perlopiù alterati dalla degenerazione chimica del bianco e le scene ci appaiono scure come in un negativo fotografico, caratteristica che li rende ancor più affascinanti.
Nella navata è ancora aperta la cosiddetta questione giottesca: la tradizione infatti vuole che il ciclo di affreschi del registro inferiore della navata siano attribuibili a Giotto. Recenti studi hanno messo in discussione la paternità della mano di Giotto, ma ancora oggi si è propensi a mantenersi sulla tradizione.
È certo che lo stile riscontrato in questi affreschi è rivoluzionario. Lo spazio è trattato in modo tridimensionale, le figure presentanoun chiaroscuro che dona plasticità e inoltre si muovono nello spazio con più naturalezza, volgendo addirittura le spalle allo spettatore.
Nella fascia alta della navata si trovano le Scene dell’antico testamento intervallate dalle vetrate superstiti più antiche della storia italiana.