Marco Tamburro

Marco Tamburro è nato in Umbria da genitori molisani. Dopo  gli studi all’istituto d’arte di Perugia si iscrive al corso di scenografia dell’accademia di belle arti di Brera . La dimensione culturale di Milano gli consente ben presto di approdare al mondo del teatro ed in set cinematografici e della moda in cui approfondisce lo studio della fotografia, architettura  e della pittura e dove matura la consapevolezza della sua vera inclinazione artistica. Si trasferisce dunque a Roma, città d’elezione per le sue bellezze e per il clima creativo che la anima e si diploma nel 99 all’Accademia di Belle Arti. Figlio d’arte, il padre Antonio Tamburro è uno dei più importanti esponenti italiani del figurativo contemporaneo, da cui mutua l’uso potente del colore, ma si distacca completamente dai temi e soprattutto dal linguaggio. Tamburro gestisce lo spazio della tela con la velocità con cui assorbe e memorizza immagini e contesti  visivi, costruendo dapprima architetture fatte di reticoli e linee, per poi destrutturarle con l’inserimento di “flash” e visioni, di personaggi che si muovono in maniera nevrotica e frenetica all’interno di metropoli disorientanti ed alienanti,alla rincorsa di un appagamento impossibile che conduce alla follia o all’autodistruzione. Situazioni sempre al limite, paradossali, e che ci colgono  alla sprovvista ,dove con un’ironia beffarda e quasi crudele, rappresenta un universo distopico dominato dal senso della precarietà, di un equilibrio mentale ed esistenziale sempre in bilico e dove l’dentita appare “liquida” e sfuggente.
Nel ciclo di opere “APRI E CHIUDI”, i giganteschi rubinetti dai colori shoking, rappresentano proprio la diversità di ogni individuo la cui unicità sembra infrangersi come l’acqua in mille schizzi variegati. Ognuno di noi è padrone di APRIRE o CHIUDERE alla vita intesa come piena e coerente realizzazione del sé, oppure continuare ad errare in un mondo la cui rappresentazione iconica si materializza nella serie di opere dal titolo: “SOLUZIONE INEVITABILE”. I mappamondi di Tamburro assomigliano più ad ordigni nell’atto esplodere  o che si squarciano  con gigantesche e immaginarie cerniere da cui si intravedono lapilli di colore rosso fuoco o metropoli misteriose ed aliene. L’universo di Tamburro é il labirinto della modernità dove l’artista come Teseo cerca invano un filo di Arianna che dia un senso ed un ordine al suo percorso, dissemina traiettorie che più che l’indicazione di possibili vie di fuga, diventano gabbie in cui l’unica azione liberatoria é l’atto creativo, che ha una funzione quasi catartica. Il connubio tra cinema e fumetto  è un elemento fondamentale nella sua pittura : i personaggi e gli oggetti emergono dagli sfondi neri simili ad uno scenario teatrale, agendo come l’occhio della macchina da presa, selezionando la porzione di realtà su cui deve focalizzarsi l’attenzione.  L’impianto pittorico estremamente dinamico, lo stile “fumettistico”che conferisce un tono surreale ed ironico, l’uso giocoso e sorprendente del colore di matrice pop, contribuiscono ad alleggerire la densità del concetto e ci restituiscono composizioni dal linguaggio iconico e ormai perfettamente riconoscibile.

Marco Tamburro ha esposto nelle più prestigiose  gallerie italiane ed internazionali,  ed in spazi museali molto importanti. Nel 2013 ha partecipato ad una collettiva al MAXXI di Roma con la curatela del critico Luca Beatrice. A Perugia nel 2019 ha organizzato  una mostra a “ Quattro mani”, presso il Museo Civico Palazzo della Penna.

Opere dell'artista: