Paul Bannow

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La ricerca di PAUL BANNOW, artista californiano e umbro di adozione, nasce dall’esigenza di trasferire sulla tela lo stesso rigore che ha caratterizzato il suo lavoro di chirurgo veterinario negli Stati Uniti. Collezionista d’arte appassionato, affascinato dalla pittura di Josef Albers e Victor Vasarely, dopo aver stabilito la sua residenza ad Umbertide, insieme al compagno Josef apre una galleria d’arte contemporanea nel centro storico della cittadina umbra. Grazie al successo della Grefti Gallery che accoglie esperienze multiculturali, in una dimensione geografica ed esistenziale di quiete e tranquillità, si fa strada quell’urgenza creativa sopita e maturata negli anni che lo induce a sperimentare un nuovo alfabeto espressivo. L’amore per il colore e le sue infinite declinazioni si concretizza in questa prima fase in un linguaggio che aspira ad una astrazione rigorosa e geometrica. Le opere di questo periodo sono il frutto di accostamenti e combinazioni ardite, abbinate alla manipolazione di figure geometriche elementari, disposte come reticoli e trame dal percorso labirintico, da cui lo sguardo è piacevolmente attratto e in cui si perde. Lo scopo è proprio quello di creare l’impressione del movimento e l’illusione della tridimensionalità, che distoglie e ripulisce la percezione visiva di chi è abituato a “guardare” senza “vedere”. Ben lungi da qualsiasi pretesa intellettualistica, oltre al piacere dell’atto creativo, l’arte di Bannow si pone come fine ultimo quello di realizzare composizioni ponderate ed equilibrate che donano nell’insieme una sensazione di piacere ed armonia. Proprio in questa direzione prosegue negli anni la sua ricerca che negli ultimi lavori ha dato avvio ad un nuovo interessante percorso. Troppo rigido e soffocante il rigore minimalista, lascia spazio ad un lieve trapelare di emozioni che quasi incontenibili si abbandonano alla morbidità delle forme, le geometrie si trasformano in labirinti cromatici dalle strutture espanse ed addolcite, le combinazioni si fanno meno precise, perché assecondano l’esigenza di liberare il tratto ad una creazione più istintiva e meno ragionata, in cui il colore diventa più intenso e pastoso. Il grande trittico è infatti un’esplosione sinestetica che ci restituisce l’idea del movimento attraverso una danza vorticosa e dinamica di tinte che vanno dall’indaco al violetto. I maestosi dittici dai giganteschi fiori stilizzati su fondo beige, le cui sagome spigolose e delicate sono enfatizzate da un uso sapiente dell’acrilico, ribadiscono ed esaltano la vocazione puramente estetica e decorativa della sua pittura. Ma Paul Bannow sente già di avere superato questo linguaggio e la sua ricerca è protesa altrove, verso nuove e interessanti avventure espressive e creative.

A giugno 2022 è stata realizzata una mostra a 3 voci in una suggestiva dimora privata in Umbria, Palazzo Luna, dove abbiamo potuto conoscere l’artista ed ammirare le opere.

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Paul Bannow was born in Michigan (U.S.A.), but lived in San Francisco for 40 years where he practiced veterinary medicine. He also collected a vast amount of modern art. Once he decided to move to Italy, ten years ago, he purged his personal art collection and began to create his own art.

Studying with several local artists in Umbria, he quickly found his artistic niche using the precision and exactness he used in his decades as a veterinary surgeon. Beginning with Fabriano paper and an exacto knife, he began to create 3-dimensional works using marker pens. He progressed to painting with acrylics on canvas and paper. Discovering an extraordinary art supply store in Urbino, Paul expanded his design vision.

With his science background, he gravitated to precise geometric patterns inspired by the work of Vasarely, Josef Albers, and Karel Appel. More currently his work has becom  more free form adding an emotional component.

Paul Bannow has been commissioned for works that now hang in homes and businesses in San Francisco, Beverly Hills, Tel Aviv, Brighton, New York, Florence and Rome.

 

Opere dell'artista: